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Clicca qui per leggere l’articolo originale a cura di Andrea Gori – BusinessPeople

Puntando sulla qualità e una giusta dose di marketing, questo vitigno è riuscito a cavalcare un fenomeno di mercato offrendo un prodotto territoriale identitario e riconoscibile

Chiaretto di Bardolino DOC

Finalmente il rosa fa sul serio e comincia proprio da dove probabilmente è nato, in Italia, ovvero sul Lago di Garda, con gli antichi Romani e il loro claretum nell’allora Gallia Cisalpina.

Oggi il Chiaretto di Bardolino ha finalmente un nuovo nome e un’identità sempre più chiara, che gli permette anche di farsi degno portabandiera della richiesta a Unicode per inserire l’emoji pink wine tra quelle esistenti. Avete fatto caso, infatti, che per ora esiste solo il rosso tra i colori del vino che potete inserire nei vostri messaggi?

Diventa del resto sempre più difficile resistere all’ondata rosa italiana e fenomeni come il Chiaretto di Bardolino dimostrano che l’impegno e la qualità e la giusta unione di intenti possano portare risultati straordinari.

Il direttore Angelo Peretti e il presidente Franco Cristoforetti conducono una compagine consortile costituita da cento produttori, 800 viticoltori che vendono ogni anno quasi 10 milioni di bottiglie.

L’uva regina è la Corvinala stessa dell’Amarone della Valpolicella, affiancata da Rondinella e Molinara, tutte uve molto scariche di antociani da cui il colore rosa pallido caratteristico.

Il 60% va all’estero, in buona parte in Germania, ma anche in altri Paesi legati al turismo estivo del Garda e non solo (Francia, UK, Olanda, Canada). Inoltre, il Chiaretto Bardolino è sempre più richiesto negli Stati Uniti e Nord Europa.

Un successo fatto di impegno sul fronte della qualità, ma anche del marketing (dal 2014 è partito il progetto Rosé Revolution ), che ha permesso di assecondare il fenomeno del vino “rosa” offrendo al mercato un prodotto territoriale identitario e riconoscibile. Il tutto in un range di prezzi che lo fa essere accattivante anche sotto i 10 euro e comunque remunerativo per i produttori.

Se cominciate a berlo oggi sappiate che siete fortunati, perché l’annata 2020 si è rivelata decisamente favorevole alla tipologia e al suo equilibrio delicato tra frutto, acidità e struttura lieve, con alcuni pregevoli assaggi anche di 2018 e 2019.

Tra i produttori che ci hanno colpito ci sono CavalchinaGuerrieri Rizzardi con il suo Keya e Le Fraghe con il Rodon Bio. Le Vigne di SanPietro sfoggiano poi uno splendido Corderosa, mentre in casa Lenotti il Decus mostra stile riconoscibile e finezza con pochi uguali. Le Morette nel loro Classico dispensano un sorso ricchissimo e con sfumature speziate intriganti. Tra le aziende più note citiamo il rosé classico di Monte del Frà e Giovanna Tantini.

Da non dimenticare le selezioni di cru di vigna o i vini che escono sul mercato dopo anni di affinamento (quasi inaudito per un rosa) come Le Selezioni di Tenuta la Presa o il Gaudenzia 2018 di Villa Cordevigo. Infine, offrono prodotti di qualità anche cantine sociali e cooperative, come dimostra la gamma di Vitevis, dove spicca il Terre di Castelnuovo.

Insomma, i Chiaretto di Bardolino sono vini di impatto e piacevolezza immediata, ma che possono diventare ancora più irresistibili se serviti con i giusti abbinamenti.

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